Coronavirus e Autismo, un vademecum di buone pratiche

Il Covid-19 rappresenta per le persone con autismo una sfida, che si aggiunge a quelle già presenti nella vita di tutti i giorni.

Per dare un contributo, l’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, alla luce del recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, ha elaborato un vademecum di riflessioni e buone pratiche utili a chi vive da vicino il mondo dell’autismo.

Alcune di queste buone prassi suggeriscono di:

1) favorire la comprensione del contesto
Ogni persona con autismo ha proprie capacità di comprendere ciò che realmente sta accadendo attorno a sé. È importante che le precauzioni attualmente in vigore (ad esempio il lavaggio frequente delle mani o le regole di distanziamento sociale) e le informazioni sulla natura e la diffusione del virus siano raccontate e spiegate in maniera coerente con le capacità cognitive della persona. È da privilegiare un linguaggio concreto, chiaro e diretto, evitando l’uso di metafore e termini astratti. A seconda delle risorse cognitive della persona è opportuno tenere in considerazione la possibilità di avvalersi di strumenti di comunicazione aumentativa, di storie sociali, di supporti visivi o supporti tecnologici.

2) scandire le giornate e il tempo.
Le persone con autismo generalmente traggono beneficio nel vivere le proprie giornate organizzate secondo routine e regole ben precise. Ora, dal momento che non è possibile svolgere la maggior parte delle attività che si svolgevano prima dell’emergenza sanitaria, può risultare difficile accettare questo cambiamento di abitudini creando un forte disagio. Può essere utile riorganizzare la giornata creando una nuova routine giornaliera così da rendere prevedibile anche le nuove abitudini, recuperando il senso di controllo sulla propria giornata. Per scandire i momenti della giornata e le attività potrebbe essere utile utilizzare strumenti visivi, realizzando un supporto che renda tangibile alla persona cosa fare (ad esempio utilizzando un elenco con immagini da staccare e attaccare con raffigurate le attività da svolgere). Potrebbe essere opportuno, inoltre, visualizzare lo scorrere del tempo, utilizzando, per esempio, un calendario (mensile, settimanale o giornaliero) che consenta di tracciare il tempo trascorso.

3) agevolare l’espressione del disagio
Le persone con autismo possono avere difficoltà ad esprimere in modo articolato le proprie emozioni e il proprio vissuto in relazione ai cambiamenti che stanno vivendo in questo periodo. Il disagio può essere espresso attraverso diverse modalità come il cambiamento del ritmo sonno/veglia, cambiamento dell’alimentazione, un aumento dei comportamenti stereotipati o dell’irritabilità e agitazione. I familiari, che conosco bene le abitudini dei propri cari, possono monitorare e rendersi conto dell’insorgere di alcuni di questi comportamenti. È importante coinvolgere gli operatori di riferimento nel decifrare questi segnali e nel valutare le più opportune strategie di supporto. Per favorire l’espressione del disagio può essere utile fornire alle persone con autismo la possibilità di esprimere con regolarità il proprio vissuto attraverso dialogo con i genitori, colloqui individuali con gli operatori di riferimento o attività ricreative (come ad esempio la musica, la scrittura, il gioco).

4) fornire supporto sociale
Nell’ immaginario collettivo, le persone con autismo sono considerate come totalmente indifferenti alle relazioni sociali. Questo fraintendimento è probabilmente generato dal fatto che le persone nello spettro autistico hanno un modo differente di vivere, interpretare e gestire gli scambi e le relazioni sociali. Esse, esattamente come tutte le altre, sono suscettibili all’isolamento e questo può essere aggravato in un periodo di quarantena. È opportuno fornire loro un supporto sociale utilizzando i mezzi di comunicazione attualmente disponibili.

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